Il Castello di Racconigi e il parco.

 

Il Castello di Racconigi è una delle Residenze Reali d’Europa che ha più Storia e più storie da raccontare; e che propone, perfettamente conservati, splendidi decori di diverse epoche ed una miriade di mobili espressioni di gusti e stili eterogenei. Non a caso, è stato definito come un gioiello dalle svariate sfaccettature, in cui la facciata seicentesca di Guarino Guarini si armonizza con quella settecentesca, progettata per un principe che guardava alle novità del neoclassicismo.

Se degli arredi seicenteschi non vi è quasi più traccia, il ‘700 è ancora palpitante. L’artefice fu Giambattista Borra, che veniva da anni di viaggi archeologici nel vicino oriente ed aveva respirato l‘atmosfera antica di Delo, di Palmira e di Baalbeck. Egli progettò saloni ispirati ai miti di Ercole e di Diana, o ricchi dell’esotismo di un’epoca che scopriva la Cina anche attraverso le carte da parati.

Poi venne l’800 di Carlo Alberto ed il palazzo del principe fu pensato sì come una reggia, ma anche, e soprattutto, come una grande casa di re. Che Pelagio Palagi seppe trasformare in un unicum, in cui ogni mobile, ogni dettaglio, ogni pavimento, ogni arredo furono progettati e realizzati in funzione di un’idea unitaria, cifra stilistica di un’artista, di un re e di un’epoca. Non bastasse, il Castello propone anche ambienti novecenteschi di gusto art déco e telefoni bianchi. Ed ospita, per volontà del re Umberto II che vi era nato, una straordinaria e rara galleria di ritratti che spaziano dal capostipite del casato sabaudo fino ai rampolli dell’ultima generazione: qui, viso dopo viso e storia dopo storia, si percorrono le vicende di un intero millennio!

Questa “riserva di racconti” e di sorprendenti incontri la trovate ben sviluppata nel sito del Castello, al quale vi rimandiamo. Vi consigliamo però anche altre due belle “navigazioni” sul web. Prima, per visitare il sito delle Residenze Reali del Piemonte, Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Poi, per immergervi nelle suggestioni di un viaggio attraverso il Vecchio Continente, visitando il sito delle Residenze Reali in Europa. Di lì, da quella cultura, viene il nostro Castello; e li è tornato in questi ultimi decenni, grazie ai minuziosi e continui restauri.

Il Parco

Questa straordinaria isola verde ha attinto alla creatività di geni eterogenei: dal trionfo del gusto francese del parco seicentesco alla Versailles, progettato da André Le Nôtre; al fascino del mondo in miniatura del giardino all’inglese di fine ‘700. Oggi lo si gode nelle forme amate da Carlo Alberto, re romantico e solitario, che amava cavalcare ed intrattenere gli ospiti con lunghe gite in carrozza.

Egli chiamò al suo servizio il giardiniere tedesco Xavier Kurten che seppe aderire perfettamente ai sentimenti del re e fece una “cosa” di estrema intelligenza: portò all’interno del muro di cinta il paesaggio che si ammirava fuori, in quei tempi in cui tutti i viaggiatori che transitavano per Racconigi si dilungavano in sperticati elogi della bellezza della campagna, delle strade alberate, della rete dei canali. Da Thomas Jefferson a Paolina Borghese e al suo entourage.

Kurten progettò boschetti formati da alberi e cespugli tipici dei boschi di pianura, piccole radure e grandi prati disegnati da una fitta rete di viali dall’andamento sinuoso, da un grande sistema di canali navigabili, da un grande lago. Poi, al culmine dei tracciati, Pelagio Palagi inserì il “sogno” neogotico della Margaria con le Serre: un “fondale” allo stesso tempo azienda agricola e spazio di loisir, che costituisce il vertice nazionale di uno stile architettonico.

 

Per saperne di più, visitate le pagine dedicate al Castello di Racconigi.

 

 

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